Pop - L'invenzione dell'artista come star by Luca Beatrice

Pop - L'invenzione dell'artista come star by Luca Beatrice

autore:Luca Beatrice [Beatrice, Luca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 2012-04-14T22:00:00+00:00


Jeff Koons

«I venditori sono i grandi comunicatori di oggi. Sono loro che mandano avanti l’industria automobilistica,immobiliare, pubblicitaria. Nella società odierna è lì che si sviluppa la vera moralità.»

Jeff Koons

Wall Street

La città è la stessa, New York. L’epoca anche, gli anni Ottanta. Eppure rispetto alla Manhattan che abbiamo conosciuto raccontando di Jean-Michel Basquiat e, in parte, di Andy Warhol, sembra di vivere in un altro spazio e in un altro tempo, nonostante l’East Village e SoHo distino appena pochi chilometri da Wall Street, da cui parte il nuovo miracolo economico a stelle e strisce, quartiere popolato da yuppies in carriera, eleganti ma pratici, capaci di arricchirsi in poche ore e di impoverirsi repentinamente per un’operazione sbagliata, un rischio mal calcolato. A Wall Street, dove l’unica cosa che conta è il potere del denaro, il regista Oliver Stone ambienta uno dei suoi film più riusciti e discussi: siamo nel 1985 quando un giovane broker, pronto a tutto per affermarsi, incontra uno spregiudicato finanziere dal nome altisonante, Gordon Gekko (interpretato da un leggendario Michael Douglas), cinico e disincantato, elegantissimo negli abiti di sartoria italiana. Passa alla storia il suo aforisma sull’avidità: «L’avidità, non trovo una parola migliore, è valida, l’avidità è giusta, l’avidità funziona, l’avidità chiarifica, penetra e cattura l’essenza dello spirito evolutivo. L’avidità in tutte le sue forme: l’avidità di vita, di amore, di sapere, di denaro, ha improntato lo slancio in avanti di tutta l’umanità».

Chi ha avuto fortuna nel Financial District la sera torna nel suo gigantesco loft a Midtown, arredato con moderni oggetti di design e opere contemporanee che compra non per passione ma per investimento. Jeffrey Deitch, laureato in storia dell’arte alla Wesleyan University e ottenuto un MBA alla Harvard Business School, prima di affermarsi come curatore e gallerista è responsabile nel settore Art Investment alla First National Bank. Il suo lavoro consiste nel comprare e vendere per i nuovi facoltosi clienti, per lo più giovani, convinti che con l’arte si possa guadagnare molto e in fretta. «La nuova generazione di collezionisti compra arte nello stesso modo in cui compra la seconda casa, strutture di gusto in quartieri sofisticati, arte dall’aspetto gradevole e con sofisticati puntelli intellettuali. E proprio come la casa, l’arte oltre che status symbol di estetica gradevole deve essere un buon investimento. Più l’opera è vendibile, migliore è l’investimento.»

Negli Eighties l’arte contemporanea diviene un settore nevralgico dell’economia consumistica, che Deitch definisce la «warholizzazione dell’arte». Grazie all’esplosione del mercato aumenta lo spazio dedicato all’arte, migrata dalle riviste di settore e dalle pagine di cultura alla stampa generalista e finanziaria. Se un tempo l’apprezzamento della critica e le collezioni nei musei erano gli indicatori del valore di un artista, dagli anni Ottanta in poi si afferma il criterio oggettivo dei prezzi, in particolare dei risultati d’asta che più sono alti più stabiliscono la gerarchia.

Rispetto ai vestiti, alle borse, agli accessori, l’arte si eleva a «bene esclusivo», che non tutti possono permettersi e che, rispetto al «bene di consumo», offre un miglior posizionamento sociale e intellettuale. «L’arte dello shopping



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